Blaise Pascal
Blaise Pascal è nato il 19 giugno 1623 a Clermond da una famiglia di ottima condizione sociale. Il padre, Etienne Pascal, lo istruisce personalmente iniziandolo ad interessi scientifici e facendogli frequentare le riunioni dei circoli culturali parigini.
Il piccolo Pascal mostra assai precocemente le sue straordinarie doti di intelligenza. A soli sedici anni scrive un "Trattato delle coniche", purtroppo andato perduto. In seguito, l'assiduo studio della geometria lo porterà ad elaborare il teorema che porta il suo nome, concernente l'esagono inscritto in una conica qualsiasi. (Teorema di Pascal)
Pascal, è considerato uno dei padri della robotica e dei calcolatori in genere (un linguaggio di programmazione porta il suo nome) e questo attraverso risultati raggiunti a soli diciotto anni. La passione per il calcolo e il desiderio di allargare le potenzialità di quest'ultimo, infatti, lo portano a progettare la prima macchina calcolatrice, detta poi "pascalina". L'idea di partenza nacque dal desiderio di aiutare il padre che, oberato di lavoro, aveva bisogno di eseguire dei calcoli in maniera più rapida (era Commissario del re per le imposte). Dopo due anni di ricerche, ecco che Blaise stupisce il genitore e il resto della famiglia con questa invenzione straordinaria. Il brevetto, chiesto nel 1645, gli fu concesso nel 1649.
Parallelamente agli interessi scientifici e filosofici, Pascal ha però sempre coltivato un intenso spirito religioso e un'intensa riflessione teologica, tanto da essere considerato a tutt'oggi uno dei più grandi, se non il più grande, tra i pensatori cristiani degli ultimi quattro secoli. La prima conversione di Pascal si fa solitamente risalire al 1646, anno che registra fra l'altro un grave peggioramento della sua incerta salute. Il senso di prostrazione e di abbattimento causato dalla malattia lo induce a mettere sulla carta le sue riflessioni, che ci parlano delle sue esperienze sull'esistenza del vuoto e del timore da questo procurato. Questi scritti troveranno più ampia stesura in una pubblicazione del 1647.
Dell'anno 1648 rimane invece celebre l'esperimento che fece effettuare da suo cognato il 19 settembre: con questa prova Pascal dimostrò che la pressione dell'atmosfera sulla colonna di mercurio di un barometro torricelliano diminuisce con l'aumentare dell'altitudine. A Pascal dobbiamo anche scoperte ed applicazioni nel campo dei fluidi come il torchio idraulico, basato sul principio da lui scoperto sulla trasmissione della pressione applicata ad un liquido. (legge di Pascal).
Intanto, sua sorella Jacqueline prende la strada del convento e, nel 1652, si fa monaca, entrando nel convento femminile di Port-Royal, istituto già celeberrimo per la famosa scuola di logica a cui anche Pascal aderirà.
Tormentato da forti cefalee, Pascal è "costretto", su consiglio dei medici, ad osservare un regime più mondano. L'imperativo è quello di svagarsi, lasciando momentaneamente perdere l'intenso studio. Uomo profondo e assetato di spiritualità qual’era Pascal, ben presto si annoia di frequentare salotti e feste insulse. Incomincia invece a prendere in seria considerazione gli studi sul calcolo delle probabilità che lo porteranno in molteplici direzioni di ricerca, anche in ossequio all'interesse per il gioco d'azzardo che Pascal coltivava.
A seguito di frequenti contatti con la sorella Jaqueline, attraversa una nuova crisi mistica che si risolve nella notte del 23 novembre quando vive un'intensa esperienza religiosa, narrata poi nel famoso "Memoriale". Nel gennaio del 1655 Pascal si reca a Port-Royal, dove vi trascorre alcune settimane e dove scrive la "Conversione del peccatore". Tra il gennaio del '56 ed il marzo del '57 scrive poi 18 celebri lettere, le "Provinciali", raccolte poi in volume. Lo scopo dichiarato di quegli scritti è quello di difendere Port-Royal dalla accuse degli antigiansenisti.
Tornato a più "terreni" interessi scientifici, si dedica al problema della cicloide (roulette), ne trova la soluzione e pubblica il "Trattato generale sulla cicloide". Del '58 sono gli importanti "Scritti sulla Grazia" nei quali rivela una gran conoscenza teologica mentre, in parallelo, continua a lavorare al progetto di una "Apologia del Cristianesimo", mai terminata; i frammenti furono poi raccolti nei "Pensieri", pubblicati per la prima volta nel 1669.
E' proprio nei "Pensieri" che compare la famosa tesi della "scommessa" circa la fede. In sintesi, Pascal sostiene che, a fronte del "silenzio di Dio", la ricerca del “Dio nascosto” diventa un affare di cuore.
In questo quadro, un altra distinzione fondamentale introdotta da Pascal, è quella fra "l'esprit de géometrie e l'esprit de finesse", ossia fra "spirito di geometria e spirito di finezza". Il primo, in sostanza, procederebbe per deduzioni logiche e per ragionamenti stringenti, oppure per definizioni, e perviene a risultati tangibili e comprovabili, ma distanti dallo spirito comune, dato che per afferrarli ci vuole conoscenza, studio ed esercitazione. Viceversa, lo "spirito di finezza" tiene in considerazioni un gran numero di principi, alcuni dei quali veramente sottili ed indecifrabili, che è inevitabile che sia indeterminato e vago. Esso dunque appartiene ad una sfera che si riferisce al sentimento, al gusto estetico e finanche alla vita morale. Non però alla scienza, che ha bisogno di "applicazioni" più rigorose.
Il senso della celebre frase pascaliana "il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce" è tutto giocato nell'intervallo che passa fra queste due distinzioni. Insomma, nella vita alle volte capiamo le cose solo attraverso l'esprit de finesse, attraverso la "sapienza del cuore", cose che la ragione è impossibilitata a comprendere, se non a cogliere.
Ma non bisogna dimenticare il valore che il pensiero umano conserva per Pascal. "L'uomo non è che una canna, la più debole della natura, ma una canna che pensa. Tutta la nostra dignità consiste dunque nel pensiero" .
Per Pascal, inoltre, la fede la si può equiparare ad una sorta di scommessa; chi questa fede ce l'ha per dono naturale non ha ragione di preoccuparsi ma chi invece ritiene di non possedere questo dono, dovrebbe riflettere sul fatto che la "scommessa" sull'esistenza di Dio è comunque vinta, se accettata, perché a fronte di questo sacrificio, si guadagna un bene incommensurabile come quello della vita eterna. Al contrario, naturalmente, se Dio davvero non esiste non si perde nulla ma anzi ci si guadagna comunque, perché si sarà vissuto in modo saggio e retto.
Dopo un lungo periodo di ritiro nell'eremo di Port-Royal, Blaise Pascal muore il 19 agosto 1662 a soli trentanove anni.
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