Secondo i racconti dei vangeli di Matteo, Marco e Luca, un giorno Gesù rivolge ai suoi discepoli una domanda su se stesso: “Chi dice la gente che io sia?”
Riceve da loro alcune risposte riguardo a ciò che la gente pensa di lui: “La gente dice che tu sei… Giovanni Battista, Elia, Geremia o qualcuno dei profeti…”
Gesù li incalza con un secondo interrogativo: “E voi chi dite che io sia?”
Risponde per tutti Pietro: “Tu sei il Cristo”
Gesù prende un po’ il giro largo e pone quasi una domanda di curiosità (che dice la gente…?), quasi per sondare un po’ il terreno, come spesso si fa per conoscere il pensiero dei propri interlocutori, pone una domanda che non interpella direttamente in modo personale ma spinge ad aprirsi sulla questione parlando degli altri, poi giunge al nocciolo restringendo il cerchio: “e voi … chi dite che io sia?”.
Sembra però che la risposta di Pietro abbia un po’ “tagliato i discorsi” e nell’aria sia rimasto sospeso un altro interrogativo non scritto nei racconti evangelici, quello che restringendo ulteriormente l’obiettivo, interpella singolarmente ognuno dei presenti di allora e ognuno di noi che oggi leggiamo i vangeli: “E tu, chi dici che io sia?”
Chi legge infatti questo brano non può esimersi dal chiedersi: “per me chi è Gesù?”
Mt 16, 13-20
13…giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?».
14Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».
15Disse loro: «Voi chi dite che io sia?».
16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
17E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Mc 8, 27-30
27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: "La gente, chi dice che io sia?". 28Ed essi gli risposero: "Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti". 29Ed egli domandava loro: "Ma voi, chi dite che io sia?". Pietro gli rispose: "Tu sei il Cristo". 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
Lc 9, 18-21
18Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose
loro questa domanda: "Le folle, chi dicono che io sia?". 19Essi risposero: "Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno
degli antichi profeti che è risorto". 20Allora domandò loro: "Ma voi, chi dite che io sia?". Pietro rispose: "Il Cristo di Dio".
21Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno.
E voi, chi dite che io sia?
Ma chi è Gesù?
Egli pone a tutte le generazioni ed a tutti gli uomini (credenti e non credenti) lo stesso interrogativo: — Voi chi dite che io sia? — (Mt 16,15).
Una cosa e sapere che egli è esistito ed un’altra (ben diversa) è afferrare il mistero della sua identità. Chi era in fondo in fondo Gesù? La risposta può essere data a tre livelli:
a) «Tu sei un grande uomo!»: sei un modello
per la umanità. Insegni la giustizia e l’amore. Sei libero di fronte a tutti. Difendi la causa dei deboli; per loro vai incontro anche alla morte.
Questa è l’opinione oggi di moltissimi marxisti ed atei illuminati. Essi prendono atto del «fenomeno Gesù» e da ciò che è derivato da lui.
A questo livello possono giungere tutti gli uomini che si pongono con serietà di fronte agli indiscutibili dati della storia.
b) «Tu sei un profeta!»: sei un uomo mandato da Dio. Questa è l’opinione di Maometto e degli Islamici. Essi raccontano che Gesù è nato miracolosamente da Maria; è stato un profeta dolce e forte; per la parola che ha pronunciato, è andato incontro alla persecuzione. Dio lo ha salvato da morte e lo ha assunto accanto a sé (cfr Corano sura IV, 156).
Questo è anche il parere di molti Ebrei oggi; Gesù — a loro parere è il migliore interprete di Mosé, della Legge e dei profeti. Rappresenta dal vivo Israele: è stato chiamato da Dio; ha una missione universale; per questo va incontro ad un perpetuo nomadismo; è perseguitato e crocefisso.
Sia Islamici che Ebrei dicono: Gesù è un uomo. Dio è uno solo; non ha figli. Gesù è uno dei profeti; non è messia.
c) Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»! (Simon Pietro in Mt 16,16)
A questo livello è giunta la comunità cristiana dopo i tre anni passati con Gesù e dopo la Pasqua. Solo coloro che sono interiormente toccati dallo Spirito (At 2, 37) possono arrivare a dire: — Gesù è il Signore! (1Cor 12, 5). Per «conoscere» l’identità profonda di questo predicatore popolare crocefisso sotto Ponzio Pilato, è necessario percorrere l’itinerario dei dodici. Essi ce lo hanno descritto in 4 forme cioè nei 4 vangeli (di Marco, Matteo, Luca e Giovanni).
Compito odierno della comunità cristiana è «prendere per mano» gli uomini ed accompagnarli in questo percorso di progressiva scoperta del Signore. E la comunità che porta ad ognuno la lieta notizia che è Gesù. La forza del Vangelo. Quando Paolo è chiamato a specificare il nucleo essenziale della fede cristiana dice: «Vi ho trasmesso anzitutto quello che anch’io ho ricevuto: che, cioè, CRISTO MORÌ per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed E’ RISUSCITATO il terzo giorno secondo le Scritture...» (1Cor 15,1-11).
Ecco! IL VANGELO è una notizia bella, la Buona Novella che riguarda non un fantasma, un «mito», ma una persona precisa, storica, concreta. La chiesa di tutti i tempi notifica che è successo un avvenimento: — Dio ha fatto risorgere quel Gesù che gli uomini avevano ucciso! — (cfr At 2, 23-24). Questa notizia tocca e trasfigura la nostra vita. Dio, facendo risorgere Gesù dalla morte, ha messo il sigillo su tutto ciò che egli aveva detto e fatto. Ha dichiarata preziosa la sua morte. Dalla croce di Gesù è nata per tutti noi la possibilità di essere liberi, di diventare figli nel Figlio.
La croce di Gesù è pace, riconciliazione tra cielo e terra, tra Dio e gli uomini.
Dalla morte di Cristo è nata la vita.
Ascoltiamo quindi le parole di Gesù, vediamo i suoi gesti per capire chi Egli sia; percorriamo i suoi stessi passi: battesimo, tentazioni, predicazione, morte, resurrezione; mettiamoci alla sua sequela con la luce della comprensione che ne ha avuta la prima comunità cristiana illuminata dallo Spirito Santo. Infatti i Vangeli sono la «storia di Gesù capita in profondità»;
Ci guida la domanda del vangelo di Marco:
«Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?». (Mc 4,41).